Friday, 7 March 2008

Around Photograhy diventa International

© Marina Abramovic
Intervista a Roberto Maggiori, direttore della rivista Around Photography, che con l`ultimo numero e` diventata "International".


da Undo.net a cura di Silvia Maria Rossi

La fotografia costumi e consumi

Cosa vi sembrava che mancasse nel panorama editoriale contemporaneo delle riviste d'arte quando avete iniziato?
Quando abbiamo iniziato, mancava in Italia una rivista che intendesse la fotografia non come un'occasione decorativa o legata alla documentazione, ma come strumento di riproduzione e relazione con quanto ci circonda. In altre parole mancava un luogo di riflessione sulla registrazione visiva di un'esperienza, di uno spazio, di una situazione o di un (s)oggetto che un autore può operare per le finalità più svariate. Il tema è affascinante e sterminato, basta pensare che il 90% dell'esperienza e conoscenza di quanto depositiamo nel nostro immaginario è veicolato dal "fotografico" che ritroviamo nei più svariati media: dalla stampa alla televisione, fino al cinema, ad internet e ai video più o meno amatoriali. Medium che sottintendono sempre la regia di chi sta dietro l'obiettivo o orchestra la registrazione. Around Photography si occupa appunto di riflettere sulle potenzialità e sull'uso e consumo del fotografico che, a prescindere dal media utilizzato, è comunque riconducibile alla rivoluzionaria invenzione di Niepce, Daguerre, Talbot e conseguentemente dei Fratelli Lumiere (la famosa fotografia in movimento...). Quest'allargamento del concetto di fotografia non è azzardato come sembra, non a caso in ambito anglosassone con il termine camera si intendono sia le macchine fotografiche che le tele o video camere e le cineprese; tutti derivati della camera obscura. Dal Rinascimento ad oggi (dall'entrata della camera oscura nell'ambito della pittura) la maggior parte degli artisti ha per certi versi lavorato sul "fotografico", si è cioè spesso interrogata su come riprodurre delle forme di esperienza, proprie o altrui, nella maniera più verosimile e credibile attraverso l'aiuto di strumenti tecnologici. L'invenzione della macchina fotografica, ma sarebbe meglio dire dell'emulsione fotosensibile, ha poi apportato a questo discorso un cambiamento qualitativo che è anche stato un cambiamento epocale che oggi definiamo arte contemporanea. Ovviamente questo è un discorso che andrebbe affrontato ben più approfonditamente di quanto sia corretto fare in questa occasione, è comunque indicativo del nostro approccio al fotografico e delle logiche complesse che lo sorreggono. Prima di Around Photography, a fronteggiare questa complessità c'erano da una parte le riviste tecniche (interessate a parlare più di macchine fotografiche che di Fotografia), dall'altra le riviste d'arte che affidavano gli interventi sulla fotografia a critici con alle spalle, salvo poche eccezioni, si e no un esame di Storia della Fotografia fatto magari al primo anno dell'Università o dell'Accademia.Dal momento che neanche le riviste d'Arte avevano gli strumenti storici e teorici per approcciare seriamente quest'ambito, abbiamo cercato di colmare questo vuoto editoriale e soprattutto culturale, preoccupandoci di alzare il livello della discussione sulla fotografia attraverso una rivista seria e curata, in cui chi scrive abbia una buona conoscenza della storia dell'arte contemporanea e quindi (dovrebbe essere una conseguenza logica) della fotografia.
E oggi è cambiato qualcosa?
Oggi c'è Around Photography e una discreta quantità e qualità di pubblicazioni credibili sul fotografico, grazie anche all'attività dell'Editrice Quinlan che pubblica una collana didattico- divulgativa e una di saggistica, oltre ad alcuni cataloghi a tiratura limitata. Ci sono poi più occasioni espositive, festivaliere e fieristiche per la fotografia. La qualità di questi appuntamenti però non è sempre delle migliori, anche se le cose stanno migliorando. continuia http://undo.net/Pressrelease/edit31/

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